Cuor di coniglio

Cuor di coniglio

In una fattoria, sulle pendici di una verde collina, c’era una comunità di animali. Tra di loro regnava una gerarchia ben stabilita.
Il cane da guardia era al comando, la sua parola era legge.
La mucca dava il latte, era venerata come accade tutt’ora in India.
La gallina spettegolava tutto il giorno, ma la sua voce aveva una grande importanza.
Il gatto teneva lontano i topi ed era ammirato e rispettato.
Solo il coniglio, che non dava cibo e non cacciava, era ogni giorno deriso. Gli altri animali, per scherzare tra loro, utilizzavano l’espressione cuor di coniglio come insulto, per indicare una persona codarda e vile.

Un anno ci fu un rigido inverno, tanto rigido che la collina si coprì di ghiaccio e neve.
La mucca, infreddolita, non dava più latte e la gallina non dava più uova.
Il cane non riusciva più a cacciare: le sue zampe affondavano nella coltre di neve.
Il gatto non trovava più, sugli alti rami degli alberi, nessun passerotto da catturare.
Presto gli animali capirono che, di lì a breve, sarebbero morti di fame.

Un giorno il coniglio decise di uscire all’alba per affrontare il gelo e cercare del cibo per sé e per i suoi amici. Si recò nel bosco, dove cercava inutilmente delle ghiande o delle bacche.
Arrivato a un ruscello ghiacciato, cominciò a disperarsi.
Ma, mentre piangeva, gli apparve davanti un’alta e luminosa figura.

Chi sei?” chiese stupito il coniglio.
Sono la fata del ruscello” disse quella figura celestiale.
E cosa vuoi da me?
Sei stato nobile ad affrontare il gelo per cercare del cibo da condividere con i tuoi amici. Per questo ti farò un dono: da ora in poi il tuo cuore avrà un nuovo battito e il tuo cuor di coniglio sarà un cuor di leone”.

La fata agitò la bacchetta e poi sparì nei bagliori del ghiaccio che ricopriva la radura.
Il coniglio non si sentì affatto diverso ma, eccitato da quell’incontro, ebbe un’idea che prima gli sarebbe apparsa folle.

Così, si recò a casa del cacciatore, un luogo che tutti gli animali temevano ed evitavano. Accertatosi, guardando attraverso la finestra, che il cacciatore fosse ancora immerso nel sonno, il coniglio entrò silenziosamente attraverso un piccolo foro nelle pareti. Si guardò in giro e scorse subito un cesto con tutte le uova che erano state sottratte alla gallina nelle settimane precedenti.
Pian piano, il coniglio riuscì a tirar fuori tutte le uova e a portarle alla fattoria.

Al loro risveglio, gli animali trovarono al centro della fattoria un cesto con tutte le uova che il coniglio, sfidando il cacciatore, era riuscito a prendere.
Quasi increduli si rivolsero con le lacrime agli occhi al coniglio.
Tu coniglio, hai dimostrato di essere l’animale più coraggioso della fattoria” disse commosso il cane.

Tempo dopo, quando ormai il ghiaccio si era sciolto, il coniglio si recò nuovamente nel bosco, questa volta per una passeggiata.
Arrivato al ruscello, avvolta da una luce gli si rivelò di nuovo la fata.
Bellissima fata,– disse il coniglio –sono qui per ringraziarti. Senza di te, non avrei mai avuto il cuore di leone che adesso porto nel petto
In realtà non ho fatto nulla– disse la fata- Sei stato tu, da solo, ad aver cambiato il tuo cuore. I cuori cambiano con le nostre azioni. Più queste sono eroiche più il nostro cuore diventa coraggioso. Più queste sono buone, più il nostro cuore diventa buono. Perciò non ringraziare me, ma te stesso che, restando coniglio, hai fatto azioni da leone”.