Noi, mamme in una famiglia arcobaleno

Noi, mamme in una famiglia arcobaleno

Diventare mamma a 40 anni quando sei in coppia stabile con un’altra donna rileva ancora oggi di una specie di miracolo, seppur laico. E quando è accaduto a me, a noi, nell’aprile del 2003, era, possiamo dirlo, una sfida immensa che avevamo affrontato praticamente da sole fra grandi sofferenze e enorme determinazione. Fu nel gennaio del 2000 che decidemmo, insieme, di sfidare noi stesse, il mondo, le convenzioni per avere un figlio grazie alle tecniche di procreazione medicalmente assiste. Dopo 20 anni di convivenza, all’approccio dei fatidici 40, quel desiderio immenso di diventare madri che avevamo soffocato cosi profondamente era risorto, potente. E noi eravamo decise a fare il possibile e l’impossibile per diventare madri (vedi nota 1). Lo siamo diventate, ben due volte. La prima volta nel 2003, quando nacque nostra figlia Lisa, dopo un calvario durato due anni. Un percorso lungo e doloroso ma necessario che ci ha consentito di misurare la forza del nostro desiderio, la serietà e la responsabilità che permeava questa scelta che ancora oggi mette a disagio qualcuno. Questo percorso, che ci ha cosi marcato, l’ho raccontato in un secondo libro “Tutto quello che c’è voluto” ( vedi nota 2) e l’ho dedicato a Lisa per raccontarle la potenza del nostro desiderio.

Mia figlia ha due madri. “Poverina”, dirà qualcuno. Anche io a volte lo dico, non perché le manca un padre (non le manca) (vedi nota 3) ma perché sopporta le ansie e l’amore e il peso di avere ben due madri adoranti. Lisa oggi ha 17 anni e per sua fortuna è nato Andrea nel 2012. Cosi, sono in due a sopportare i nostri baci e le nostre ansie, le preoccupazioni per il loro futuro, il nostro entusiasmo per i loro piccoli e grandi successi. Siamo madri imperfette come tutte. Cerchiamo di fare del nostro meglio come tutte o quasi. Ci siamo battute per loro e abbiamo ottenuto che fossero entrambi legalmente i nostri figli grazie alla nostra doppia cittadinanza francese. L’abbiamo fatto per proteggerli e tutelarli oggi e sempre, qualunque cosa accada fra noi, genitori. Come dovrebbe essere per chiunque. I figli delle coppie omosessuali in Italia sono ancora senza tutele; garantire loro nei loro beni e affetti rimane la nostra battaglia politica.
Poi a casa siamo come chiunque altro, sopportiamo la loro adolescenza, tremiamo quando hanno la febbre alta, ci chiediamo sempre se facciamo bene. Cerchiamo insomma di amarli il meglio che possiamo. Siamo madri e padri prima di qualunque altra cosa perché consapevoli e responsabili.

I nostri figli sono nati perché li abbiamo intensamente desiderati, dobbiamo loro tanto; ci hanno regalato la possibilità di vivere quest’esperienza cosi intensa e totalitaria della genitorialità.  Ci hanno reso mamme e papà. Il nostro amore per loro è il minimo che possiamo offrire per ricambiarli di questo immenso dono.
Fortunatamente intorno a noi, a scuola e nei quartieri, in famiglie e in palestra, le altre mamme e gli altri papà, gli insegnanti e i vicini, i parenti e i commercianti, i pediatri e gli amici vedono in noi essenzialmente genitori e figli che imparano dal confronto e dalla condivisione di esperienza a non fare troppi danni.

Giuseppina La Delfa*

1 Questo periodo lo racconto nel mio primo romanzo, “Peccato che non avremo mai figli” autaut
edizioni, https://www.autautedizioni.it/prodotto/peccato-non-avremo-mai-figli/
2 https://www.amazon.it/quello-voluto-Storia-polvere-stelle/dp/8893432471
3 https://www.facebook.com/giuseppina.ladelfa/videos/10218472287429292/?t=5

* Giuseppina La Delfa è fondatrice ed ex presidente di Famiglie Arcobaleno e board member di NELFA (Network of European LGBTIQ* Families Associations). Ha scritto i romanzi “Peccato che non avremo mai figli” e “Tutto quello che c’è voluto”. Scrive per l’huffingtonpost