Tratto da una fiaba inglese
C’era una volta una bambina che viveva alle soglie di un folto bosco.I suoi capelli erano biondi e lunghi, tanto che tutta la sua famiglia la chiamava Riccioli d’oro.
“Come è bella Riccioli d’oro e che meravigliosi capelli che si ritrova!” le dicevano tutti continuamente.
Così, la bambina era cresciuta molto viziata e, spesso, non si curava degli altri, ma solo di se stessa. Il suo gioco preferito era quello di lanciare pietre agli scoiattoli, non curandosi della loro sofferenza.
Un bel giorno, essendo molto annoiata, Riccioli d’oro decise di fare una passeggiata nel bosco. Era un giorno particolarmente freddo, ma non nevicava e passeggiare per i sentieri boscosi era molto piacevole.
Dopo aver passeggiato per un po’, Riccioli d’oro iniziò a sentirsi un po’ stanca. A un certo punto, in una verde radura, vide una casetta di legno.
Si trattava della casa di una famiglia di orsi che erano usciti di casa per una passeggiata mattutina.
Avvicinatasi, guardò attraverso le finestre e vide tre ciotole di latte sulla tavola.
“Avrei proprio voglia di una tazza di latte” pensò tra sé e sé.
Così, incurante del fatto che non fosse casa sua, Riccioli d’oro entrò nella casa attraverso una finestra aperta.
Per prima cosa, assaggiò il latte nella ciotola di papà orso.
“Uhm… questo latte è troppo caldo. Non riesco a berlo!”
Poi, assaggiò quello nella ciotola di mamma orso.
“Questo latte, invece, è troppo freddo!”
Infine, assaggiò il latte di piccolo orso.
“Questo latte è davvero perfetto” e lo bevve tutto.
Dopo aver bevuto tutto il latte, Riccioli d’oro cercò un luogo dove riposarsi un po’.
Si sedette sulla sedia di papà orso.
“Uffa! Questa sedia è troppo alta!”
Allora, decise di sedersi sulla sedia di mamma orso.
“Questa sedia è troppo bassa!”.
Infine, provò a sedersi sulla sedia di piccolo orso.
“Questa sedia è proprio perfetta”. Ma proprio mentre si stiracchiava, la sedia si ruppe.
“Che peccato– disse Riccioli d’oro- ora mi tocca trovare un nuovo posto dove riposarmi”.
Così, molto assonnata, Riccioli d’oro salì al piano di sopra dove c’erano le camere da letto.
Per primo, provò il letto di papà orso.
“Questo letto è troppo duro” disse, cercando invano una posizione comoda.
Allora si spostò sul letto di mamma orso.
“Questo letto, invece, è troppo morbido. Non capisco proprio come possano dormirci!”
Infine, provò il letto di piccolo orso.
Il letto era talmente morbido che, senza rendersene conto, Riccioli d’oro si addormentò.
Intanto, i tre orsi tornavano dalla loro passeggiata nei boschi.
Non appena entrarono in casa, notarono che c’era qualcosa di diverso.
“Il mio latte è finito e la mia sedia è rotta” urlò piccolo orso, scoppiando a piangere.
I tre orsi, allora, salirono al piano di sopra.
“Qualcuno ha dormito nel mio letto” esclamò papà orso.
“Anche nel mio” aggiunse mamma orso.
“Qualcuno sta dormendo ancora nel mio letto” disse sorpreso piccolo orso.
Tutti e tre gli orsi si avvicinarono al letto per osservare meglio, ma proprio in quel momento Riccioli d’oro aprì gli occhi.
Spaventata, fece un veloce balzo, scese le scale e corse via, lontano.
Prima di tornare a casa, si perse nei boschi e passò molte ore senza cibo e al freddo.
A casa, si mise finalmente nel suo letto e promise a se stessa che sarebbe stata meno capricciosa, più buona.
Non volle mai più latte a colazione.
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