Non esiste un pulsante che oscilla tra ON e OFF, restando insistentemente incastrato né una linea che separa il prima dal dopo nella violenza sulle donne.
A volte l’origine è un gesto, altre è un’abitudine, altre ancora una cultura, tramandata di generazione in generazione, frutto dell’ignoranza ma maturata nella testardaggine maschilista.
Quando nasce la violenza sulle donne?
Non c’è un’origine precisa. La cultura della sopraffazione ha origini lontane, fomentate da tradizioni e credenze che, attraverso i secoli, hanno provato in ogni modo a giustificare la violenza.
Se ci spostiamo dalla storia al segmento più breve di una vita, possiamo sicuramente dire che la violenza sulle donne parte sin dall’infanzia.
Parte da quando, in alcuni Paesi, la donna viene sottoposta a infibulazione.
Ma, a questa cultura della violenza, noi non ci sottraiamo. Da noi la violenza inizia con l’imposizione di un ruolo standardizzato, con l’idea di una bambina che gioca con la cucina giocattolo.
Una violenza che poi si traduce, al contrario, nell’assicurare ai bambini solo i giocattoli di tipo “maschile” come pistole e automobiline.
In questa imposizione dei gusti, influenziamo anche gli anni successivi, relegando alle donne sogni in apparenza meno ambiziosi rispetto a quelli degli uomini.
Fino a qualche anno fa era quasi impossibile immaginare la figura dell’astronauta declinata al genere femminile e a volte anche lavori più comuni, come il medico o il poliziotto, erano riservati idealmente al mondo degli uomini.
Oggi questa cosa accade, ma sempre nell’ottica dell’eccezione. Ed è proprio il carattere di straordinarietà che si impone come una violenza nel modo che le giovani donne hanno di programmare il proprio futuro, di progettare, di sognare.
Come si combatte la violenza sulle donne?
La violenza sulle donne si combatte con la diffusione di una nuova cultura che si indirizzi, in primis, nei confronti del genere maschile, andando ad abbattere quei pregiudizi e quelle credenze che si manifestano in un’idea di sopraffazione.
Il mezzo principale di diffusione di questa cultura è proprio la scuola.
Attraverso l’istruzione si può far germogliare nelle giovani menti una consapevolezza nuova, basata sulla parità, sul rispetto, sull’eguaglianza.
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