Il Carnevale in versi

Il Carnevale in versi

Arriva il Carnevale!

Coriandoli, maschere e colori: anche se il Carnevale di quest’anno sarà un po’ diverso dagli altri, porterà in sé sempre la sua usuale allegria e spensieratezza.

E quale modo per celebrare al meglio questa festa se non con la bellezza e la magia delle parole?

Scopriamo insieme i versi più belli, di filastrocche e poesie, dedicati al Carnevale!

I colori

di Raggio di Sole

Fanno a gara tutti i colori
corrono e coprono anche i rumori.
Coriandoli, luci, nastri e maschere
arrivano in strada pronti a rinascere.

C’è una bambina col capo coperto,
a circondarla una banda in concerto.
Da Cappuccetto Rosso è vestita
sin da quando la marcia è partita.

Lancia coriandoli, fa capriole,
per la gioia non ha più parole.
“Arriva il Carnevale” urlano tutti
che siano belli o anche brutti.

Viva i coriandoli di Carnevale

di Gianni Rodari

Viva i coriandoli di Carnevale,
bombe di carta che non fan male!
Van per le strade in gaia compagnia
i guerrieri dell’allegria:
si sparano in faccia risate
scacciapensieri,
si fanno prigionieri
con le stelle filanti colorate.
Non servono infermieri
perché i feriti guariscono
con una caramella.
Guida l’assalto, a passo di tarantella,
il generale in capo Pulcinella.
Cessata la battaglia, tutti a nanna.
Sul guanciale
spicca come una medaglia
un coriandolo di Carnevale.

L’invenzione di Pulcinella

di Gianni Rodari

Signore e signori, fatevi avanti
più gente entra, più siete in tanti!
Correte a vedere la grande attrazione,
la formidabile invenzione.
Non sono venuto su questo mercato
per vendere il fumo affumicato.
Non sono venuto a questa fiera
per vendere i buchi del gruviera.
Il mio nome è Pulcinella
ed ho inventato la moz – za – rel – la!
Da questa parte, signori e signore
son Pulcinella il grande inventore!
Per consolare i poveretti
ho inventato gli spaghetti.
Per rallegrare a tutti la vita
creai la pizza Margherita!
Olio, farina, pomodoro
nulla vale questo tesoro.
Ad ascoltarlo corre la gente,
si diverte… e non compra niente!

Filastrocca di Carnevale

di Gabriele D’Annunzio

Carnevale vecchio e pazzo
s’è venduto il materasso
per comprare pane e vino
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
una montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve e beve e all’improvviso
gli diventa rosso il viso,
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia…
Così muore Carnevale
e gli fanno il funerale,
dalla polvere era nato
ed in polvere è ritornato.
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