Le sue trecce sono diventate, ormai, un simbolo della lotta per l’ambiente: Greta Thunberg è, oggi, l’attivista più celebre al mondo.
Nata in Svezia, Greta ha sin da bambina manifestato una grande vicinanza ai temi dell’ambiente e dell’ecologia. Una vicinanza che, col tempo, diventa quasi una vocazione: è ancora molto giovane quando comprende che, insieme ad altri giovani di tutto il mondo, può provare a fare qualcosa per la salvaguardia del nostro pianeta.
Siamo nel 2018 quando Greta decide, infatti, di non andare a scuola come simbolo di protesta per spingere il suo Paese a ridurre le emissioni di anidride carbonica. Presto, lancia il movimento Fridays For Future, un movimento ambientalista internazionale di protesta. Protagonisti di questo movimento, giovani studenti di tutto il mondo che, a migliaia, affollano le strade delle principali città del mondo: New York, Parigi, Londra, Roma si riempiono di giovani ambientalisti che chiedono ai politici interventi decisivi e urgenti a favore dell’ambiente.
Sempre nel 2018, la giovane attivista partecipa alla COP24, la Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, rivolgendosi ai leader mondiali a nome dei giovani di tutto il mondo. Con parole durissime, Greta accusa i politici di non star facendo abbastanza e di non adottare misure di emergenza per la tutela dell’ambiente.
A partire da questo momento, la sua campagna mondiale assume un ruolo sempre più decisivo. Nel 2019 partecipa al Climate Action Summit all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e si rivolge ancora una volta ai leader mondiali accusandoli di star rubando il futuro alle nuove generazioni. Il suo discorso, trasmesso sulle emittenti televisive di tutto il mondo, diventa in breve tempo un vero e proprio manifesto.
«È tutto sbagliato. Non dovrei essere quassù. Dovrei essere tornata a scuola dall’altra parte dell’oceano. Eppure, voi tutti venite da noi giovani per la speranza. Come osate? Voi avete rubato i miei sogni e la mia infanzia, con le vostre parole vuote! Eppure io sono una delle fortunate. La gente soffre. La gente muore. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di una estinzione di massa, e tutto ciò di cui potete discutere sono i soldi, e le favole di una eterna crescita economica! Come osate? Da oltre 30 anni la scienza è stata chiara, cristallina: come osate continuare a guardare da un’altra parte? […] Voi ci state deludendo. Ma i giovani hanno cominciato a capire il vostro tradimento. Gli occhi di tutte le future generazioni sono su di voi e, se sceglierete di tradirci, vi dico che non vi perdoneremo mai. Non vi lasceremo andare così. Proprio qui, proprio ora, tracciamo il confine. Il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no.»
La sua fama, purtroppo, le ha attirato anche numerose critiche dagli odiatori seriali. In molti, hanno deriso la giovane attivista anche per la sindrome di Asperger da cui Greta ha ammesso, con coraggio, di essere affetta.
Nello stesso anno, viene nominata persona dell’anno dalla rivista TIME e ottiene l’Ambassador of Conscience Award, un prestigioso premio conferitole da Amnesty International. La sua storia è raccontata nel libro La nostra casa è in fiamme, edito da Mondadori, e anche nel documentario I Am Greta, diretto dal regista Nathan Grossman.
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