Basato su una fiaba filippina.

In un tempo lontano, molto prima del tempo degli uomini, a dominare il mondo c’erano il Sole e la Luna. Sospesi nel cielo, vivevano insieme, fondendo i loro colori in una realtà dove giorno e notte non esistevano.

Insieme, la luce chiara del Sole e quella tenue e bellissima della Luna creavano una magia che incantava l’intero universo.

Un giorno, però, la Luna decise di fare un giro in solitudine, separandosi per un po’ dal Sole.

<<Mentre sono via– disse al Sole– fai attenzione ai nostri figli. Non avvicinarti troppo a loro o, con il tuo calore, potresti bruciarli>>.
Il Sole annuì, rassicurando la sua compagna. Poi la Luna andò via, lasciando il Sole a fare da papà solitario ai loro innumerevoli bambini.

Dopo qualche giorno, però, il Sole fu preso da un enorme nostalgia. Mentre si prendeva cura dei suoi figli, ebbe un attimo di  distrazione e provò ad abbracciarli.

Aveva dimenticato il monito della Luna e, toccando i suoi bambini, questi esplosero in un milione di piccoli pezzi.

Al suo ritorno, la Luna si rese conto della terribile tragedia.

<<Non ti perdonerò mai per quello che hai fatto>> urlò al Sole.
A nulla valsero le richieste di perdono e il pentimento, la Luna fu irremovibile nel suo dolore.

Nel lanciare un ultimo sguardo al Sole, alcune lacrime iniziarono a scenderle sul viso in un pianto che non avrebbe avuto mai fine.

Non ci fu modo, per il Sole, di farsi perdonare dalla sua amata, eppure non smise mai di provare a ricongiungersi a lei.

Così, da allora, secondo la leggenda, il Sole continua a rincorrere la Luna in un ciclo senza fine che darebbe origine all’alternarsi del giorno e della notte.

La Luna, ancora in sofferenza, combattuta tra odio e amore, continua a piangere: le macchie che gli uomini vedono sulla sua superficie non sarebbero altro che lacrime.

Nell’universo, ancora oggi, i milioni di piccoli pezzi in cui sono stati distrutti i loro figli continuerebbero a brillare: sono le stelle che gli uomini vedono dalla terra alzando lo sguardo verso il cielo infinito.

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