La madre schiava e la civetta bianca

La madre schiava e la civetta bianca

da una fiaba popolare pugliese, rielaborata da Italo Calvino

C’era una volta, in un villaggio non lontano dalla città di Otranto, una famiglia di pescatori. Il padre andava a pesca sulla sua barca con l’aiuto dei suoi figli e, al mattino, andava a vendere il pescato al mercato della città.

La moglie, una donna schiva e silenziosa, restava a badare alla casa e si limitava a uscire un po’ ogni mattina per andare al lavatoio a lavare i vestiti.

Un giorno, mentre strofinava una maglietta piena di macchie che non volevano andar via, sentì una voce venire da alcuni cespugli lì vicino.
<<Voglio offrirti un dono>>.
La donna alzò lo sguardo e rimase incredula: a parlare era una civetta bianca, appollaiata su un ramo.
<<Vuoi la ricchezza in gioventù o in vecchiaia?>> continuò la civetta. Ma la donna, spaventata, scappò via.

Quella sera, parlò a suo marito di quello che le era accaduto.
<<Sei stata pazza a scappar via>> le disse.
<<Domani torna al lavatoio– aggiunse- e, se la civetta ti fa la stessa domanda, tu rispondi che vuoi la ricchezza in vecchiaia: è meglio godere del denaro quando si è vecchi e stanchi, senza più forze per lavorare>>.

Così, il giorno dopo, la donna si recò nuovamente al lavatoio.
Mentre lavava alcune lenzuola, sentì la voce della civetta.
<<Voglio offrirti un dono. Vuoi la ricchezza in gioventù o in vecchiaia?>>.
<<In vecchiaia>> rispose la donna. La civetta la guardò per qualche secondo con i suoi occhi gialli, prima di volar via, scomparendo tra i rami fitti degli alberi.

Passò del tempo e la donna dimenticò quell’incontro miracoloso, ritornando alle sue abitudini domestiche. Un giorno, però, avendo finito prima le faccende di casa, decise di fare una passeggiata in riva al mare. Proprio mentre era intenta a passeggiare, qualcuno la afferrò da dietro: era un saraceno, che la rapì e la portò con lui sulla sua nave.

Passarono i giorni, poi i mesi, infine gli anni: la famiglia della donna si disperò fino ad arrendersi al fatto che nessuno sarebbe più riuscito a ritrovarla.

Un giorno, suo marito, mentre era a pesca, vide qualcosa di strano sotto la superficie dell’acqua. Così, insieme ai suoi figli, si tuffò in mare e tirò sulla barca una strana cassa. Nell’aprirla, restarono tutti a bocca aperta: la casa, infatti, era piena di monete d’oro.

Così, l’uomo e i suoi figli decisero di trasferirsi nella città di Napoli dove acquistarono un palazzo signorile, circondandosi di servi e costosi pezzi d’arredamento.
Per vestirsi, pagarono i sarti più famosi del Regno e pagarono un istitutore per ricevere l’istruzione che, prima, non avevano mai potuto permettersi.

Dopo alcuni anni, uno dei figli dell’uomo si recò al porto: aveva intenzione di acquistare una schiava da impiegare nella loro cucina. Proprio in riva al mare, un gruppo di saraceni stava vendendo alcune donne.
<<Le consiglio questa donna, signore>> disse uno di loro.
<<Si tratta di una donna anziana, ma molto brava in cucina e nelle faccende domestiche>>.

Il ragazzo la portò a casa, senza nemmeno degnarla di uno sguardo.
Quella sera, mentre cucinava e serviva la cena, la donna scoppiò improvvisamente a piangere.
Fu allora che, alzando gli occhi su di lei, i suoi figli si resero conto che quella donna era in realtà la loro madre, perduta molti anni prima.
Chiamarono subito il padre che abbracciò finalmente sua moglie, creduta ormai morta.

Così, finalmente ricongiunti, l’uomo e la donna vissero gli anni della loro vecchiaia in ricchezza, proprio come la civetta aveva promesso.

 

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