I bambini hanno diritto alle parole (anche a quella “pandemia”)

I bambini hanno diritto alle parole (anche a quella “pandemia”)

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E’ questo il numero di bambini, di età compresa dai 0 ai 14, in Italia secondo i dati 2019. Un numero che, nonostante l’età media negli ultimi anni sia decisamente aumentata, resta altissimo e fa riferimento a una fetta di popolazione totale che rappresenta il 13,2%.

Una porzione della società che per caratteristiche naturali risulta importantissima, ma che spesso cade in un dimenticatoio evidente, soprattutto quando si tratta di dover interloquire con essa delle problematiche o delle questioni riguardanti tutti. Un’esclusione palese che ha delle ripercussioni, perché costringe i singoli a doversi farsi carico di un un dialogo che le istituzioni e i mezzi di informazione escludono a priori.

L’esempio più lampante è quello che ci circonda in questi giorni. L’emergenza Covid-19 ha coinvolto tutti, senza distinzione di alcun tipo, gettando il nostro Paese in uno stato di sofferenza economica e sociale. Ma la comunicazione politica non sembra aver avuto attenzione nei confronti dei bambini: spiegar loro cosa stava accadendo si è riversato sugli insegnanti e, quando questo non è stato più possibile, sui genitori.

A chi obietta che, in realtà, la politica è una “cosa da grandi”, andrebbe ricordato che, in realtà, la politica è un qualcosa che per sua stessa comunanza etimologica (in greco antico le parole “politica” e “cittadini” hanno la stessa radice) si rivolge a chiunque abbia lo status di cittadino, dunque anche ai bambini.
Ma nessuno, tra i politici italiani, si è occupato o preoccupato di quello che i bambini potessero sapere o non sapere dell’emergenza Covid-19.
Diversamente, però, sono andate le cose in un altrove non troppo distante geograficamente da noi.

Venerdì, 13 marzo, il capo del governo danese, Mette Frederiksen, ha organizzato una conferenza stampa sul Covid-19 destinata esclusivamente ai bambini. La stessa cosa è stata fatta dalla prima ministra norvegese, Erna Solberg.
In questi due Paesi, i politici hanno affrontato il tema della pandemia in un linguaggio appositamente studiato per un pubblico infantile, in modo da essere esaustivi nell’informazione senza generare panico. Inoltre, hanno risposto alle domande dei bambini.

È normale aver paura di essere contaminatiè stato detto ai bambini. Ma nessun bambino, nel corso della conferenza, ha reagito con spavento.
Informare è una cura per ogni paura. È un principio che vale nello spiegare ai bambini perché l’uomo nero non esiste, così come nello spiegare che il Covid-19 esiste, ma può essere evitato.
I bambini hanno diritto alle parole, anche alla parola pandemia.