Nelson Mandela, un sogno di uguaglianza

Nelson Mandela, un sogno di uguaglianza

Attivista, politico, leader.
Gli aggettivi che definiscono Nelson Mandela sono tanti, ma raccontare la sua storia significa allontanarsi dall’elogio delle parole che servirebbero solo a distrarre da quello che è stato il suo grande esempio di vita.

I primi anni

Nato in un piccolo villaggio del Sudafrica, Nelson Mandela viene chiamato Madiba dagli altri membri della sua tribù. All’età di ventitré anni gli impongono prendere in moglie una donna di cui non è innamorato. Così, armatosi di coraggio, Nelson Mandela lascia la sua cittadina natia per recarsi nella grande città di Johannesburg.
Si appassiona alla politica, ma la sua passione gli costa caro: l’università lo espelle perché vicino a gruppi studenteschi che si opponevano al regime per l’ottenimento di diritti civili e politici di cui i neri non possono godere. Alla fine, però, riesce a concludere i suoi studi in legge: diventa un avvocato e fornisce assistenza legale gratuita a chi è in difficoltà. Sono gli anni dell’attivismo contro il Partito Nazionale in opposizione a quella che viene definita apartheid, una vera e propria segregazione razziale.

L’arresto

Nel 1964 un tribunale lo condanna all’ergastolo per coinvolgimento nell’organizzazione di azione armata, sabotaggio e cospirazione.
Dal carcere la sua voce assume, però, un’eco grandissima, arrivando a tutti coloro che all’esterno subiscono ingiustizie e angherie a causa del colore della propria pelle. Nonostante gli offrano spesso di giungere a compromessi in cambio della libertà, lui rifiuta sempre.
La sua figura assume importanza internazionale: dagli altri Paesi arrivano richieste di rilascio e Madiba diventa il simbolo della libertà negata, dell’uguaglianza calpestata.

La liberazione e la fine dell’apartheid

Nel 1990, all’età di settantuno anni, su ordine del presidente sudafricano, Nelson Mandela è nuovamente un uomo libero e l’ANC, l’organizzazione per cui aveva militato, diventa di nuovo legale. Con la sua liberazione nel Paese cessa il regime di apartheid
Nel 1993 ottiene il premio Nobel per la pace e, l’anno successivo, diventa il primo presidente nero del Sudafrica.

L’insegnamento di Madiba

Nelson Mandela rappresenta l’uomo che combatte per una libertà, non individuale, ma collettiva. Una libertà di cui il Sudafrica, fino agli anni ’90, era privo. Il regime di apartheid, infatti, introdotto ufficialmente nel 1948 con la vittoria del Partito Nazionale, privava i non bianchi dei diritti civili e politici, non garantendo a questi ultimi dignità umana. Basti pensare che, all’interno dei negozi, i bianchi dovevano essere serviti prima dei neri e c’erano alcune zone del Paese esclusivamente riservate ai bianchi.

Non appena liberato, nel suo celebre discorso tenuto a Città del Capo, Nelson Mandela rinnega la lotta armata a favore di un processo di pacificazione che avrebbe cambiato il Paese.
Nonostante il perdurare di episodi di razzismo, il Sudafrica è oggi un Paese completamente differente da quello che Madiba conosceva durante la sua giovinezza. Ancora oggi, dopo la sua morte, le sue idee di uguaglianza costituiscono un principio fondamentale intorno al quale politici e attivisti di tutto il mondo definiscono le politiche di uno Stato giusto.

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