Il principe dalle orecchie d’asino

Il principe dalle orecchie d’asino

Tratto da una fiaba tradizionale portoghese

C’era un volta, in un regno lontano, un re dal cuore buono. Il suo animo era però turbato: nonostante fosse sposato da molti anni con una giovane e bellissima regina, non riuscivano ad avere figli.

Un giorno, il re decise di recarsi nella foresta che circondava il suo castello: lì incontrò tre fate che vivevano nei pressi di un ruscello.

Cosa vuoi, giovane re? Rivelaci il tuo desiderio e noi lo esaudiremo” disse una delle fate.
Non desidero altro se non un figlio che possa ereditare il mio regno” rispose il re, emozionato.
Il tuo desiderio sarà esaudito” dissero in coro le fate, prima di scomparire in un alone di luce.

Esattamente un anno e un giorno dopo quell’incontro, la regina partorì un bambino sanissimo. Le fate si recarono a corte per fare dei doni al principino.

Io ti donerò il coraggio” esordì la prima fata, chinandosi sulla culla.
Invece io ti regalerò la bellezza” continuò la seconda fata, agitando la sua bacchetta.
Il mio dono sarà doloroso, ma utile. Affinché tu possa essere umile, ti donerò delle orecchie d’asino” disse la terza fata.

Il giovane principe crebbe bello e sano, ma insieme alla sua altezza e alla sua stazza, crebbero sul suo capo due grandi orecchie d’asino.
Il re e la regina, disperati, decisero di coprirgliele con un grande berretto. Così nessuno a corte era a conoscenza delle orecchie d’asino che crescevano sul capo del principe.

Quando, però, il principe fu ormai adolescente, c’era bisogno di un barbiere che gli tagliasse i capelli. Allora il re chiamò a corte il barbiere di cui si fidava di più.
Avrai il cibo migliore del regno e sarai ricoperto d’oro, ma se rivelerai il segreto di mio figlio a qualcuno ti sarà tagliata la testa” gli intimò il re.

Così il barbiere divenne un membro della corte. Fu ricoperto d’oro e invitato a lauti banchetti, ma, dopo alcuni mesi, il segreto iniziò a tormentarlo: cominciò a dimagrire e la notte non riusciva ad addormentarsi.

Spinto sull’orlo della follia, il barbiere andò nei campi al limitare del regno: lì scavo a mani nude una fossa e gridò dentro “Il principe ha le orecchie d’asino”, poi ricoprì la buca con del terriccio e andò via. Subito si sentì meglio, sperando che la terra non l’avrebbe tradito.

Lì dove il barbiere aveva sepolto il suo segreto spuntarono delle lunghe e belle canne: alcuni pastori, passando di lì, decisero di tagliarle e di costruire con esse degli strumenti a fiato, chiamati zufoli.

Ma, andando di luogo in luogo a suonare, i pastori ebbero una sorpresa: qualsiasi fosse la melodia che provavano a suonare, dagli zufoli emergeva solo una frase “Il principe ha le orecchie d’asino”.
Non passò molto che l’intero regno venne a sapere del segreto che, per tanti anni, era stato nascosto a corte.

Il re, adirato come mai era accaduto nel corso della sua vita, fece convocare il barbiere davanti a tutto il popolo.
Poiché hai rivelato il segreto, tradendo la mia fiducia, ti farò tagliare la testa!” gli disse.
Ma, arrivando di corsa, il giovane principe esclamò: “No, padre. Il barbiere ha solo detto la verità. Lascia che tutti vedano il mio vero aspetto. Delle orecchie d’asino non cambieranno le mie virtù e sarò ugualmente un bravo re”.

Davanti a tutti, il principe si tolse il cappello, ma al posto delle orecchie d’asino c’erano solo delle normalissime orecchie.

La terza e più importante virtù, l’unica che non potevamo direttamente donarti, l’umiltà, l’hai sviluppata da solo– dissero le tre fate, che si erano camuffate nella folla vestite da contadine- così l’incantesimo è rotto”.

Da allora gli zufoli ripresero a suonare normalmente e divennero il simbolo dell’intero regno.

 

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