Sempre dalla parte dei nostri utenti, come una famiglia che non lascia indietro nessuno.
Chi frequenta i nostri istituti sa bene quanto vale la nostra passione, quanto impegno mettiamo in ogni gesto. Le scuole paritarie rappresentano una parte della realtà di Raggio di Sole, una parte che, come ogni altra, focalizza su di sé attenzione e sforzi.
Non si tratta di un caso isolato: le scuole paritarie, come sottolinea lo stesso ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, svolgono un servizio pubblico. Un servizio pubblico cui ci dedichiamo con dedizione, a volte con una vera e propria vocazione.
Ma, purtroppo, la vocazione non basta: gestire anche solo una scuola paritaria comporta dei costi in relazione alla gestione, alla sicurezza, alla didattica e, a maggior ragione da oggi in poi, alla sanificazione degli ambienti.
Costi che attualmente le scuole paritarie fanno fatica a coprire.
Contrariamente a quanto uno spesso velo di pregiudizi fa pensare, le scuole paritarie non sono una realtà fatta di elite, anzi, rappresentano spesso il rifugio di chi non ha eccessive risorse, l’appiglio per chi ha un’attività lavorativa full time e necessita di un luogo dove i propri bambini possano essere seguiti ed educati. Siamo una realtà necessaria e svolgiamo il nostro ruolo con la consapevolezza dell’importanza che rivestiamo nella vita dei nostri utenti.
Eppure, ancora una volta, lo Stato sembra esser sordo alle nostre richieste.
Per questo aderiamo allo sciopero previsto nei giorni 19 e 20 maggio, promosso da USMI e CISM.
Alla base della mobilitazione, la protesta contro quanto sembrerebbe attualmente previsto dal decreto rilancio: soli 80 milioni a sostegno delle scuole paritarie dell’infanzia, a fronte dei 230 richiesti. Una cifra irrisoria e che, tra l’altro, lascia scoperte le scuole paritarie primarie e secondarie di primo e secondo grado.
Il grido delle scuole paritarie italiane in protesta è uno solo, # Noi siamo invisibili per questo governo, e rappresenta un monito per quanto potrebbe accadere a settembre 2020 qualora il governo non prendesse provvedimenti: a rischio infatti il lavoro di 30.000 docenti, con chiusura di 4.000 strutture. Dati allucinanti, se si pensa che ogni struttura è fatta di allievi, ciascuno con la propria storia e le proprie necessità. Un danno irreparabile, non solo dal punto di vista economico, ma anche per quanto riguarda il diritto alla scelta educativa. Un diritto sempre più calpestato dall’indifferenza delle istituzioni.
Riportiamo, di seguito, un estratto del comunicato stampa di USMI e CISM, promotori delle due giornate di sciopero e di cui condividiamo le istanze:
“Proponiamo che nei giorni 19 e 20 maggio p.v., giornate che vedono partire le votazioni degli emendamenti: – le nostre scuole interromperanno le lezioni e per questi due giorni allievi, docenti e famiglie esporranno un # Noi siamo invisibili per questo governo; – ciascuna scuola paritaria si adopererà con lezioni, video, dirette Fb dalle pagine delle scuole che saranno aperte a tutti per diffondere i temi della libertà di scelta educativa; il diritto di apprendere senza discriminazione; parità scolastica tra pubblica statale e pubblica paritaria; libera scuola in libero stato; appelli alla classe politica perché non condanni all’eutanasia il pluralismo culturale del nostro Paese. Ciascuna delle nostre scuole, con il coinvolgimento delle famiglie, dei docenti, degli studenti organizzerà gli eventi che 2 desidera: conferenze, dirette, disegni, flash mob…, tutto in diretta social per fare quel rumore costruttivo e responsabile che solo la scuola sa fare; – condivideremo le varie dirette ed iniziative sulle singole pagine social e siti delle scuole come sulla pagina Fb dell’USMI https://www.facebook.com/usminaz/ .
Il nostro gesto simbolico intende essere un “rumore educativo”, un “rumore costruttivo”.
Un “rumore educativo” ed educato, che parta dalle nostre scuole ma che coinvolga i genitori dei 900 mila allievi delle scuole paritarie, i 7 Mln di allievi delle scuole statali, i docenti, il personale della scuola italiana, gli amici, i cittadini facendo nostro l’appello del Presidente della Repubblica: ognuno di noi può e deve fare la propria parte per la liberazione dell’Italia oggi.
Un “rumore costruttivo”, che obblighi i nostri parlamentari, che saranno impegnati nella discussione degli emendamenti nell’aula parlamentare, a non lasciare indietro nessuno perché o l’Italia riparte dalla scuola, da questo grembo dove si entra bambini e si esce cittadini di uno Stato democratico, o non ripartirà. La scuola deve tornare a far rumore, perché è l’impresa più grande di un Paese democratico, l’investimento migliore sul futuro, la grammatica più efficace di ogni integrazione culturale”